Mora Romagnola, Agnellone e
Castrato saranno i protagonisti di due eventi golosi in
programma a Brisighella
nel mese di ottobre, quando visitare il borgo medioevale in
provincia di Ravenna è più che mai piacevole per il palato
dato che sono molteplici gli eventi enogastronomici che si
svolgeranno in autunno in questo angolo di Romagna
Alla Mora Romagnola,
pregiato suino nero autoctono di quest’area che solo pochi
anni fa rischiava l’estinzione, è dedicata la “Sagra
della porchetta di Mora romagnola e Fiera delle biodiversità”, in programma tutta
la giornata di domenica
22 ottobre. Qui sarà possibile
degustare i pregiati salumi e le saporite carni di Mora e
fare acquisti nel mercatino dei
prodotti tipici.
Inoltre ci sarà
l’esposizione e rassegna di asino
romagnolo, pollo romagnolo e bovina romagnola.
Domenica 29
ottobre, le carni che si
potranno assaporare saranno quelle ovine nel corso della “Sagra
dell’agnellone e del castrato Q.C.”Il programma della
sagra prevede l’esposizione di ovini e caprini, la mostra-mercato dei prodotti tipici e
dell'artigianato locale e l’immancabile stand gastronomico
dove sarà possibile degustare prelibate pietanze e grigliate
con le carni di agnellone e di castrato.
Mora Romagnola. 335.000 “suini neri” popolavano agli inizi
del ‘900 le valli e le colline dell’Appennino romagnolo.
Solo nel 1942, a Faenza, un convegno di
zootecnici ne definì con precisione i caratteri di razza e
ne codificò la denominazione: Mora Romagnola. Maiale antico,
di diretta derivazione dal progenitore di molti maiali
europei, il sus celticus, che arrivò da queste parti con le
invasioni barbariche nel IV e V secolo d.C adattandosi
perfettamente ai nostri habitat, per secoli ha rappresentato
un fondamento dell’economia agricola rurale. Basti pensare
che le dimensioni dei boschi si misuravano con il numero di
suini che erano in grado di nutrire. Nel secondo ‘900
condizioni socio-economiche e soprattutto nuove domande
produttive, contestualmente alla progressiva
intensificazione dell’allevamento suino, portarono a un
crescente e continuo calo della popolazione di Mora
Romagnola. Nel 1949 se ne contavano 22.000 capi, per lo più
concentrati nell’area del comprensorio dell’Appennino
faentino, ove resistevano in quanto utilizzate per ottenere
quello splendido incrocio da carne che per molti anni fu il
“Fumato di Romagna”. Purtroppo la richiesta di carni sempre
più magre e di razze sempre più precoci portò la Mora
Romagnola all’oblio e quasi alla sua estinzione. Comunque il
fascino di questa razza e il ricordo della gran qualità e
gusto degli insaccati da essa ricavati non cessò mai di
battere nel cuore degli uomini di Romagna. Uno di questi,
Mario Lazzari di Faenza, all’alba degli anni ’80 si mise in
testa di recuperare questa razza e quindi iniziò con
passione la ricerca degli ultimi esemplari sperduti. Oggi,
grazie a lui, all’APA di Ravenna, al Copaf e agli altri
allevatori che hanno saputo apprezzare il valore delle carni
e la sua ragione di vita nel contesto territoriale e
culturale, la Mora Romagnola è salva ed è conosciuta,
diffusa e molto apprezzata per la qualità delle sue carni.
Agnellone e Castrato. Le carni sono ottenute da agnelloni e
castrati prodotti tipici della tradizione contadina locale
che oggi sono allevati secondo un Disciplinare di
Produzione. Per quanto riguarda l’agnellone, gli animali devono avere un’età
compresa tra i 70 e i 180 giorni con peso vivo tra i 25 e i
50 kg. Le carni devono avere un colore rosa o rosa scuro. Il
colore del grasso deve essere bianco o bianco crema senza
tendere al giallo. Il castrato, invece, ha un’età di
macellazione compresa tra i 5 e i 12 mesi di vita, con il
peso vivo compreso tra i 40 e i 100 kg. Le carni devono
avere un colore rosa scuro, senza colorazioni anomale. Anche
in questo caso il colore del grasso deve essere bianco o
bianco crema senza tendere al giallo.
Nicoletta Curradi