Le debolezze si sa, sono degli uomini.
Neanche i più grandi paiono infatti sottrarsi a questa legge naturale.
Il giovane Michelangelo Buonarroti, era un appassionato di vino e doveva esserne senz'altro un intenditore.
E' certo che ne portava sempre con se molto in "dote" al Papa quando si recava a Roma, ma quello da lui preferio era la Vernaccia di San Gimignano.
Di Vernaccia il grande artista, deve averne saggiato anche gli ardori che il vino stesso trasmette visto che, nel poemetto Aione del 1643, ne dà una definizione talmente poetica che solo un'attenta e prolungata degustazione del prezioso nettare poteva suggerire; lo definì infatti come un "vino che bacia, lecca, morde, picca e punge"!